
Vanvitelli ed il Vino
Luigi Vanvitelli, italiano di origini olandesi, è stato uno dei massimi architetti del suo tempo, cresciuto a Roma, fu chiamato a Napoli da Re Carlo III di Borbone nel 1751.
Una delle sue opere più famose è la Reggia di Caserta ed il suo giardino che sfrutta la naturale inclinazione del terreno per alimentare fontane, vasche e cascate lungo tre chilometri. Per questo stesso scopo progettó anche l’ Acquedotto Carolino che avrebbe servito anche la città di Napoli.
Nel Duomo di Aversa progettò l’ altare maggiore anche se il disegno iniziale fu modificato in seguito.
Nel Real Sito di San Leucio, il Re commissionò a Vanvitelli una villa tra il Belvedere e la cascata del parco, nella zona del Casino di San Silvestro.
Qui c’era un vigneto a forma di ventaglio con nove raggi e abbellito da un roseto per un totale di diecimila viti tra cui Casavecchia e Pallagrello che Re Ferdinando IV fece mettere a dimora in due dei raggi della Vigna del Ventaglio.
Il Casavecchia infatti, prende il nome dal ridere di una villa a Pontelatone dove fu ritrovato dopo aver resistito alla Fillossera.
Non ebbe la stessa resistenza il Pallagrello che ha quasi rischiato di scomparire a causa dell’ afide ma che oggi è il protagonista del piano di recupero della Vigna del Re.
Pallagrello bianco e Pallagrello nero sono uno dei rari casi di uve della stessa varietà a bacca sia bianca che rossa.


