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Cacc’ e mitt di Lucera

Nei comuni di Biccari, Troia, sull’Appennino Dauno e non molto distante dal Gargano, e Lucera, da cui prende il nome, si produce il Cacc’é Mmitte di Lucera, ottenuto anche tramite l’aggiunta di Sangiovese, Malvasia, e vitigni di Troia.

 Riconosciuto DOC nel 1975 è composto da Uva di Troia – in misura compresa tra il 36 e il 60 percento – insieme con il Sangiovese e infine il Malvasia nero – quest’ultimo per il 25-35 percento – talvolta anche in abbinamento , sia soli che insieme, con: Trebbiano toscano, Malvasia del Chianti e, infine, Bombino bianco – con una percentuale non oltre il 30 percento. 

Da dove deriva questo curioso nome ?

Nell’antichità il vino si produceva nei cosiddetti “palmenti”, che si trovano ancora a Pietragalla, in Basilicata . Queste strutture potevano essere anche affittate quotidianamente e, al termine della giornata,  completate le operazioni previste per la vinificazione,  si lasciava il “palmento” a disposizione di un altro affittuario che vi versava le proprie uve. Il viticoltore, a questo punto, trasferiva il mosto nella propria cantina, in città. Da questa procedura deriva l’espressione “Cacc’e Mmitte” e cioè “Cacce” (cacciare fuori dal “palmento” il mosto ottenuto dalla pigiatura) e “Mmitte” (mettere nel “palmento” vuoto l’uva del successivo utilizzatore).

Negli ultimi decenni si è stravolto completamente il significato storico-etimologico di questa Doc, passando dal riferimento al metodo di produzione, al particolare metodo di degustazione che consiste nel versare il vino nel bicchiere, nel degustarlo subito e nel versarlo nuovamente. La produzione del “Cacc’e Mmitte” di Lucera avviene solo nell’agro lucerino a 250 mt. sul livello del mare. I vitigni da cui si produce sono essenzialmente il Rosso di Troia, il Montepulciano ed il Bombino (bianco). Il vino ha un colore rosso rubino piuttosto tenue, un odore intenso e persistente, vinoso, fruttato con sentori di melograno e marasche, sapore secco, abbastanza caldo, poco morbido, tannico e quasi sapido, di corpo, abbastanza equilibrato. Il soggiorno per alcuni mesi in botti di rovere di Slavonia fa acquisire personalità, equilibrio ed armonia. Si abbina a preparazioni strutturate come pastasciutte al ragù di carne e verdure, pasta al forno con ragù di carne, arrosti di carni bianche, minestre di legumi saporite, è inoltre indicato con salumi piccanti, carne di maiale e di agnello al forno o in umido, carni rosse alla griglia e formaggi ovini stagionati. Va servito in calici per vini rossi giovani a una temperatura di 14-16ºC. 

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